domenica 26 novembre 2006 / Argomenti:

Simmel dixit

"Dei nostri cinque sensi, la vista ha una funzione sociologicamente unica".

E' ciò che scrisse Georg Simmel (uno dei padri della sociologia) circa cent'anni fa. Oggi ci si può chiedere se all'intuizione del Maestro si siano susseguiti dei fatti, e la risposta è allo stesso tempo positiva e negativa.
E' positiva perché esiste, da circa trent'anni, un metodo che si prefigge di studiare i rapporti sociali a partire dalle fonti visive; è negativa perché questo metodo (qualitativo) non ha molto successo.
La sociologia visuale, in effetti, sconta il suo carattere empirico, poco scientifico nel senso della scientificità che solo i numeri possono garantire. E tuttavia è una disciplina in crescita, che nel pieno della "società dell'immagina" conta sempre più cultori e appassionati.
D'altra parte ogni fotografo professionista, almeno una volta, ha pensato che la sua tecnica può avere una funzione sociale, almeno di documentazione. L'incontro tra la fotografia e la sociologia è ancora sospettoso, da parte dei sociologi, perché indagare i fenomeni sociali sembra essere cosa più seria che visualizzarli. Eppure la fotografia può essere d'aiuto quando si fanno analisi sul campo, o interviste in profondità. Quando cioè si vuole conoscere ciò che si indaga a 360 gradi.

Qui parleremo di questo. Vedremo come la fotografia si applica alla conoscenza sociologica e, in ultima analisi, alla conoscenza della realtà.

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